… ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Domenica, 1 giugno 2014; domattina a Via dei Fori Imperiali ci sarà la tradizionale parata per la Festa della Repubblica.
Da bambino non vedevo l’ora di guardarla dal televisore: i soldati, i carri armati, gli aerei, i cavalli. Troppo bello vedere “dal vivo” i soldatini con i quali giocavo sul tappeto del salotto.
Anche oggi, da bambino un po’ cresciuto, ho piacere di guardare la parata, ogni tanto addirittura commuovendomi e ogni tanto riesumando il mio orgoglio per aver fatto l’Ufficiale dell’Esercito e per aver “servito la Patria”, in maniera incruenta.
Ma non è del 2 giugno che stiamo parlando: il giorno prima di questa manifestazione, approfittando del primo fine settimana di sole, vogliamo fare i turisti nella città dove sono nato e ho vissuto per parecchi anni.
L’occasione è ghiotta: se domani ci sarà la sfilata, pensa come avranno ripulito e sistemato tutta l’area intorno ai Fori e al Colosseo, immagino. In più, ormai da diverso tempo, ogni domenica viene completamente chiusa al traffico l’area che va dal Colosseo a Piazza Venezia. Neanche gli autobus possono passare. Meraviglioso! Solo pedoni e biciclette. In un giorno di festa credo sia una bellissima occasione per passeggiare e assaggiare un po’ di storia.
Ovviamente, da buon critico, approfitterò dell’occasione per lamentarmi di come basti un evento ufficiale per ripulire luoghi e strade che, di solito, vengono lasciate abbastanza in balìa di loro stessi.
Ma non ho avuto la soddisfazione che immaginavo: anche stavolta la realtà ha superato la fantasia.
Per tutta Via dei Fori Imperiali abbiamo dovuto fare lo slalom evitando, nell’ordine: venditori di occhiali da sole, venditori di bottigliette d’acqua congelata, finte statue egizie, veri venditori di souvenir, venditori di sciarpe di vera finta seta, artisti da strada tristi e con la chitarra scordata che avrebbero fatto meglio a dimenticare, finti santoni levitanti su pali di finto bambù, testimoni di religioni non meglio identificate che ringraziavano il proprio dio di aver provato sofferenza e dolore, venditori di poster realizzati con vernice spray, venditori di finti quadri realizzati in finta plastica, venditori di cappelli di paglia, venditori di ombrelli (se non piove vanno bene per il sole).
Non so bene se la recrudescenza della mia allergia stagionale sia stata dovuta ai pollini o agli ambulanti onnipresenti, fatto sta che ho iniziato a dar fondo alla mia dose personale di fazzoletti di carta. Naturalmente non ho incrociato sulla mia strada alcun esemplare di quei simpatici oggetti, ormai fuori moda, chiamati “cestini”. Avendone ormai le tasche piene (non solo di fazzolettini …..) ed essendo ormai arrivati nei pressi dell’Anfiteatro Flavio abbiamo ben pensato di buttarci nella mischia di turisti venuti da ogni parte del mondo ad ammirare le nostre meraviglie.
Sotto il sole cocente del pomeriggio romano ci siamo messi alla ricerca di una panchina o di un appropriato supporto capace di sorreggere le nostre stanche membra.
La caccia è stata infruttuosa e ci siamo dovuti “accontentare” di utilizzare all’occorrenza un tratto delle antiche mura che costeggiano la Via Sacra, non potendo sfruttare i resti di colonne millenarie già sfruttate come tavolo da campeggio da allegre famigliole giapponesi e australiane.
Anche in questo incantevole e monumentale piazzale, il passatempo più comune non è stato fotografare arte e storia ma evitare (stavolta in ordine inverso) l’elenco dei simpatici habitué di qualche riga or sono.
Data l’importanza del luogo, la sola coreografia umana non è stata giudicata sufficiente a render merito a cotanta bellezza: romani e turisti hanno quindi pensato bene di introdurre in codesta modesta cornice, diverse composizioni (poco artistiche e sinceramente poco contestualizzate) fatte di lattine, bottiglie di plastica, tovaglioli e fazzolettini (ma quanti allergici, al giorno d’oggi…..), scatole ormai vuote di gelati e buste di ogni genere e foggia.
Se fossi stato appena un pochino più impulsivo ora non starei qui a scrivere dal mio divano, ma probabilmente mi troverei dietro una finestra che disegna sul pavimento della “stanza” dei bei motivi quadrettati…..
Non riesco a capacitarmi: possibile che non ci sia nessuno interessato a salvaguardare il decoro delle nostre città? Possibile che non si trovi una guida ufficiale o un collaboratore del “Ministero per i Beni e Attività Culturali (con delega al Turismo)”, almeno nei pressi del Colosseo o di Piazza Venezia, capace di fornire indicazioni ai turisti in una lingua che non sia il romanesco de’ Trastevere??
Non sono contro nessuno: ambulanti, artisti, gladiatori; sono solo deluso dalla scarsità di organizzazione e di controllo.
Se vogliamo che le persone civili si comportino come tali, mettiamoli nelle condizioni di farlo: perché non ci sono dei cestini per raccogliere rifiuti e cicche di sigarette? Perché quei pochi che si incontrano sono stracarichi e strabordanti? Perché non ci sono abbastanza panchine in luoghi così affollati di persone (anche anziane) che avrebbero necessità di riposarsi qualche minuto? Perché quelle poche panchine esistenti sono rotte o fatiscenti?
Perché i negozianti di Via del Corso e dintorni pagano svariate migliaia di euro per affittare un negozio e poter vendere gli stessi souvenir che centinaia di ambulanti spacciano per strada senza grandi spese?
E poi altre storture: i custodi del Colosseo che hanno difficoltà a prestare servizio durante la notte di apertura dei musei, altre bellezze monumentali abbandonate a loro stesse, ed altre brutture che ognuno di noi, ognuno nelle proprie città, quotidianamente vede sotto i propri occhi.
Le soluzioni sono difficili da trovare, è ovvio. Però ogni tanto un po’ di buon senso potrebbe far comodo.
Quanti sarebbero gli studenti universitari di tutta Italia che ambirebbero poter affiancare i custodi “ufficiali” di musei ed opere d’arte, rendendo un servizio alla collettività ed imparando “sul campo” una professionalità che giovani di tutto il mondo pagherebbero a peso d’oro per poter apprendere?
Perché non si provano a cercare “volontari ecologici” disposti a utilizzare scope e carrettini per ripulire la sporcizia intorno ai nostri monumenti? Perché non affiancare a questi “angeli del decoro” del personale di Polizia municipale che avrebbe il compito di “educare” cittadini e turisti poco civili nel rispettare la pulizia delle meraviglie che vanno a visitare? Le persone non nascono incivili: imparano presto ad esserlo se non vengono opportunamente guidate ed educate!
Gli italiani all’estero hanno rispetto delle città e dei monumenti che vanno a visitare e giustamente non si azzardano a gettare i rifiuti in strada. Forse perché non lo fa nessuno, forse perché si vergognerebbero a farlo, forse perché, se lo facessero, verrebbero pesantemente redarguiti, non solo dalle forze dell’ordine ma probabilmente dagli stessi cittadini locali che vogliono che la propria città rimanga pulita.
Ecco, forse la differenza fra noi italiani e il resto del mondo sta proprio qui: non abbiamo il senso del bene comune. La nostra proprietà finisce non appena ci chiudiamo la porta di casa alle spalle: da quel momento in poi non sentiamo più alcun senso di appartenenza per i beni che ci circondano.
Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono…………
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